Se Matteo lanciasse Emma

dal Nuovo Corriere di Firenze del 29 settembre 2011

Scriveva l’Ariosto: “forse era ver, ma non però credibile / a chi del senso suo fosse signore”. E così pare accadere in queste settimane a Matteo Renzi quando, intervistato per ogni dove, dichiara che prima di candidarsi alle primarie del centrosinistra preferirebbe trovare qualcuno di più adatto, preferibilmente una donna. Se dunque volessimo dar ragione al poeta e inseguire il vero celato dall’inverosimile, dovremmo iniziare a pensare che il Sindaco di Firenze abbia già in mente una donna pronta a guidare il Paese nei prossimi anni, non legata all’establishment democratico (e politico in generale), dinamica e capace di un agenda di riforme in sintonia con la rottamazione renziana.

Seguendo tali tracce non potremmo che imbatterci in Emma Marcegaglia. Non politica, dinamica, in allontanamento palesemente sonoro dal centrodestra e da Berlusconi; capace di calamitare su di sé le aree liberal dei democratici e i montezemoliani ben felici di superare così il ben poco appeal che il loro candidato perenne  suscita fuori e dentro il palazzo e probabilmente rispondente agli standard di moralità indicati dai Vescovi.

Appare dunque più chiaro forse, il senso dell’iniziativa dei giorni scorsi che proprio a Firenze ha visto l’intervento più politico della presidente di Confindustria, giocato di sponda con quel Mussari, presidente ABI e MPS da sempre perno della finanza rossa DS prima e democrat oggi e che ha avuto come padroni di casa i fratelli Bassilichi da sempre legati a Renzi e tramite di questo col mondo senese.

Infine come dimenticare il legame tra il presidente dei giovani industriali, il fiorentino Morelli, e il giovane Sindaco; legame che si data dai tempi della presidenza della provincia da parte di Renzi. Ed è proprio il presidente dei giovani industriali uno dei suggeritori più ascoltati della Marcegaglia come dimostra l’insistenza sul sistema pensionistico a favore dei giovani che la presidente di Confindustria cita quasi ad ogni intervento.

Una comunanza di programmi che si sposa benissimo con quelle che il tink tank montezemoliano elabora da diversi mesi, grazie a esponenti provenienti in larga parte dalle aree più dinamiche del partito democratico veltroniano e che fa spesso rima con le proposte immaginifiche di Renzi.

Certo rimane un punto non di poco conto. Marcegaglia sarebbe perfetta per guidare un partito o forse anche un’alleanza di centro, ma sarà pronta la sinistra italiana a farsi guidare dalla presidente di Confindustria?