Non facciamo più finta che questo sia un paese normale?

Leggo l’edizione online di Le Monde che oggi dedica ampio spazio alla visita di Sarkozy a Roma e all’incontro col Cavaliere. C’è un bell’articolo di Jean-Jacques Bozonnet et Arnaud Leparmentier che fa un parallelo tra i due leader della nuova destra europea.

A parte il contenuto dello stesso, mi ha colpito molto la descrizione che i due giornalisti fanno del “principale esponente dello schieramento che ci ha fatto il mazzo“. Definiscono la lega un partito xenofobo, mostrano le interferenze sui media, ricordano i processi in corso e quelli risolti dalla legislazione ad hoc….

Non è però un articolo contro Berlusconi. E’ un analisi in parallelo tra i due leader, il giudizio (che immaginiamo non positivo) è però sotteso, lasciato al lettore. Si fa un analisi, si mettono in campo dei dati e naturalmente si fa intravedere un opinione.

E allora ho pensato al clima che invece il PD sta impostando nei confronti di Berlusconi e del centrodestra, alle parole del Papa che si dice felice di questo nuovo clima, agli editoriali che plaudono al clima e al plauso del papa.

Sarà che a Parigi la tv italiana non la vedono, nemmeno leggono i nostri giornali evidentemente; però, senza fare i Travaglio che gongolano al tintinnare di manette, potremmo ricominciare a dire, serenamente e pacatamente come fa Le Monde, queste poche cose certe?

E quando qualche esponente dello schieramento a noi avverso ci dirà che il conflitto d’interesse lo hanno risolto gli elettori lo possiamo mandare a quel paese?

Forse dirsi la verità, non tacere delle mancanze nostre e degli altri è il modo vero per creare quel senso dello stato che fa sì che in Parlamento non ci si prenda a mortadelle in faccia, non si offenda l’avversario, si votino le cose di buon senso o d’interesse nazionale insieme.

C’è una bella differenza tra costruire (insieme) un paese normale o far finta che questo paese sia diventato normale.