La bicamerale dell’audience

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Articolo apparso su Corriere Nazionale – Qui Firenze il 30 maggio 2013.

Il fenomeno dell’astensionismo viene interrogato costantemente in questi giorni, dopo questo turno di amministrative che ha visto un’accelerazione di un fenomeno in realtà di lunga durata. Il fatto che questo avvenga in un paese in cui la politica occupa ogni spazio del dibattito pubblico in modo ossessivo dovrebbe spingere ad alcune riflessioni. Abbiamo 7 televisioni generaliste in cui a qualunque orario ed in qualunque giorno dell’anno si parla di politica con politici e opinionisti. Trasmissioni in grado di creare leader e movimenti politici nell’arco di una stagione televisiva, per non parlare di giornali che dedicano alla politica uno spazio della propria foliazione inimmaginabile negli altri paesi. Persino il festival di Sanremo si  trasforma in un’occasione politica. Un circuito in cui più o meno i soliti professionisti dell’informazione si confrontano con più o meno i soliti politici; ogni tanto il nuovo opinionista o il nuovo politico si affianca alle vecchie glorie e diventa parte dello spettacolo. Il risultato di tutta questa sovraesposizione è la classe politica meno stimata della storia repubblicana, l’astensionismo alle stelle e programmi noiosi e tutti uguali. Se non si riesce a fare una riforma istituzionale si pensi almeno a una riforma dei palinsesti.

Il mago di Joz

Durante la campagna delle primarie il caporedattore di Republica Firenze imbastì una polemica a mio avviso strumentale ed esagerata sul fatto che uno dei candidati non avesse risposto a una richiesta di “una battuta” sul caso Englaro. (qui trovate la storia dal mio punto di vista). Due editoriali in due giorni con grandi richiami ai valori, alla laicità, alla necessità che anche un potenziale primo cittadino dovesse intervenire su un dibattito siffatto.

Poi tra ieri ed oggi il consiglio comunale di Firenze ha discusso sulla cittadinanza onoraria a Beppino Englaro. Lo ha fatto dopo una lunga presa di posizioni fuori e dentro il Pd. Con un candidato sindaco che, coerentemente coi suoi valori e con la sua storia, ha dichiarato che non avrebbe votato la delibera, con un sindaco in carica che interviente in aula (evento piuttosto raro), col partito di maggioranza relativa che vota in modo difforme (senza peraltro troppi drammi e lacerazioni) e con un Vescovo che interviente pesantemente (e a mio avviso in modo esagerato).

Ecco che in tutto questo bailame La Repubblica Firenze decide di aprire (unico fra gli innumerevoli quotidiani locali) sulla strigliata di Della Valle alla Fiorentina. Tema che da tifoso apprezzo anche di più ma che non mi pare proprio azzeccatissimo e soprattutto in linea con il giornale che dirige e con le aspettative dei suoi lettori.

Stampa e Regime

Oggi, come quasi tutte le mattine, mi sono ascoltato in auto la rassegna stampa di Massimo Bordin su Radio Radicale. Sono un ascoltatore fedele e affezionato di quella trasmissione e del suo conduttore. Sia per quello che dice che per come lo dice, voce roca dal fumo compresa.

Iniziare dunque il mio primo giorno lavorativo dell’anno con questa certezza è rassicurante così come è stato rassicurante riascoltare uno dei classici tormentoni sulla scarsa presenza dei radicali e delle loro iniziative sui giornali appena recensiti, la frase suonava più o meno così: ” Anche il 2009 inizia senza che ci siano segnalazioni sui temi radicali in continuità con il 2008″.

Ora credo che i radicali siano spesso sottostimati dalla stampa e dai media nazionali ma sono altrettanto convinto che su questo un po’ ci marcino. Anche perchè non è possibile pensare che ogni santo giorno ci sia spazio per i radicali soprattutto quando, tipo il primo dell’anno, mi immagino che i radicali più o meno come tutti abbiano preso un minimo (dico un minimo eh!) di vacanza.

E allora mi sono immaginato il giornale tipo del primo dell’anno radicale. Apertura del Corriere: “Pannella digiuna in Tibet e a mezzanotte non brinda al nuovo anno“, oppure la Repubblica “Bonino il 2009 noi lo avevamo previsto già nel 2007“.

Ma poi ho pensato che anche così la mattina dopo il buon Bordin avrebbe avuto qualcosa da ridire. Ma forse è proprio per questo che continua a piacermi e continua a essere, lui e la sua trasmissione, una delle cose buone da portarsi nel 2009.