Il goniometro del riformismo

Ecco il testo completo del mio intervento sull’aeroporto di peretola pubblicato oggi su Il Corriere Fiorentino, edizione locale del Corriere della Sera

Buone Cose

Succede talvolta di perdersi in lunghi dibattiti, di aprire affannose questioni, di rompere persino rapporti a partire dal nulla o da questioni di lana caprina. Capita ovunque ma a Firenze, capita un po’ più spesso che da altre parti. Così oggi assistiamo a un Ministro della Repubblica che parlando a Prato blocca perentoriamente (verrebbe da dire con maschio vigore) un ipotesi che non c’è. Infatti ieri Mattioli ha detto no alla seconda pista di Peretola che è un po’ come dire no a costruire il porto a Arezzo. Se infatti anche in questi giorni e in questi anni abbiamo assistito a mille e più ipotesi per lo scalo fiorentino, quello di dotarlo di ben due piste era un po’ come quei titoli che nel caldo d’agosto vedono accostarsi tutti i migliori campioni alla propria squadra del cuore.

Ma Mattioli non è solo in questo sport, nel centrosinistra fiorentino abbiamo rischiato negli scorsi giorni di misurare il grado di riformismo e d’innovazione di autorevoli esponenti del PD dal grado di inclinazione della pista rispetto all’autostrada. Futuristi e avanguardisti quelli che la vogliono parallela, cauti e paternalisti quelli che la difendono perpendicolare, moderati e pontieri quelli che la inclinano di 45°. Il punto però temo sia un altro. Penso che abbia poco senso dibattere sull’orientamento della pista che è questione tecnica e ai tecnici va lasciata, mentre credo che agli amministratori dovrebbe interessare lo sviluppo di Peretola in termini di numero dei passeggeri, destinazioni e infrastrutture di collegamento tra lo scalo e la città.

Sul primo punto siamo di fronte ad almeno due modelli: uno prevede un incremento sino a 8 milioni potenziali; l’altro prevede un aumento sì, ma commisurato a circa 3 – 3,5 milioni. Sono scelte di sistema l’una alternativa all’altra. Ammesso e non concesso che gli 8 milioni ci siano, Peretola e la città sono in grado di sopportarli? A me pare di no. Non li sopporterebbe l’abitato intorno all’aeroporto (neanche spostando la pista), non li sopporterebbe una città già oggi invasa nel suo centro storico dai milioni di turisti. Le destinazioni: Firenze già oggi appare collegata con molti degli Hub europei più significativi, se penso alle potenzialità di sviluppo forse si dovrebbe lavorare per accedere meglio all’est europeo e probabilmente ai collegamenti interni italiani.

Infine le infrastrutture. Se è vero che ormai la segmentazione del mercato aereo ha distinto nettamente i viaggiatori, Peretola si caratterizza sempre più per un aeroporto business o per un turismo di qualità. Un mercato che spende molto e richiede servizi adeguati, in primo luogo di mobilità pubblica per raggiungere il centro. Dove finisce il vantaggio di avere un aeroporto a 10 km dal centro se per percorrerli ci si mette un’ora, o il sistema dei trasporti non ha la capacità di movimentarli tutti velocemente (già oggi figurarsi con 8 milioni!)? In questo senso le scelte dell’amministrazione, la tramvia su tutte, rappresentano un elemento qualificante e di sviluppo dello scalo. Ma serve anche ragionare e attuare più velocemente il collegamento ferroviario, per esempio.

Se sapremo scegliere un modello di sviluppo per l’aerostazione che ha queste caratteristiche starà ad ADF indicarci quelle soluzioni tecniche, pista, aerostazione, servizi, più adatte al modello impostato, altrimenti l’alternativa è quella di munirsi di goniometro e calcolare il proprio grado di riformismo rispetto al tracciato della pista.

4 thoughts on “Il goniometro del riformismo

  1. ma perchè il sito in tedesco?
    per sentirsi perlomeno in qualcosa europeo e socialdemocratico?

  2. Il modello grafico del sito è stato sviluppato da un tedesco! Purtroppo mi piaceva così tanto questo layout che ho deciso di tenerlo così. Spero presto rilasci la versione in inglese della grafica.

  3. caro michele, trovo interessante e giusto il tuo articolo..credo che oltre al goniometro alcuni cosidetti riformisti(!) vorrebbero usare il compasso…samuele

  4. Oh! Finalmente qualcosa di sensato sull’Aeroporto! A me sembra folle che si possa discutere di pista senza parlare del contesto: mobilità urbana (come dici te, che vale avere un grande aeroporto quando per arrivarci ci vuole più tempo che per arrivare a Bologna o a Pisa?) e sistema aeroportuale regionale (e Bologna? Quando avremo la TAV sembrerà più vicina di Pisa…). Tutti problemi sul tavolo che se non sono affrontati in modo unitario e coordinato rischiano di trovare soluzioni in rotta di collisione fra di loro. Purtroppo questo approccio (l’incapacità di osservare, analizzare e decidere su un contesto ampio) sta rendendo molto complicato portare avanti i cambiamenti necessari in una città ferma ormai da molto tempo.

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