Quanti grandi dimenticati

Da Nuovo Corriere di Firenze del 3 dicembre 2010

Come non essere d’accordo nell’intitolare a Mario Monicelli una strada di Firenze? Una città che pochi anni fa l’ha voluto tra i suoi cittadini onorari.

Inutile dire che non ci sono obiezioni a intitolare una strada a chi ha saputo descrivere magnificamente gli italiani e i fiorentini con la sua opera. Magari una strada o uno slargo vicino ai luoghi da lui inseriti in Amici Miei: La Nazione, Piazza Santa Croce con la cattedrale mai inquadrata e un (falso) distributore messo quasi a spregio, o piazza dell’Isolotto con il seminterrato del Mascetti. Oppure piazza del Carmine, anche essa cinematograficamente mutilata della chiesa, in Cari Fottutissimi amici.

Ma se Monicelli merita, ben altri e illustri personaggi attendono un posto nella topografia fiorentina. A partire da Enrico Berlinguer, amatissimo segretario del PCI del compromesso storico e dell’austerità che non trova ancora un tratto di città degno della sua persona. Lui che quando arrivava a Firenze riusciva a riempire all’inverosimile Piazza della Signoria e scaldare i cuori di tanti compagni. Probabilmente buona parte di quelli che governano e hanno governato questa città negli ultimi anni e che hanno saputo trovare posto (meritoriamente s’intende) a Giovanni Spadolini, all’interno del plesso universitario di Novoli o a Fabrizio De Andrè dinnanzi al Sashall.

Nessuna strada (e se non ci sbagliamo nemmeno nessuna proposta) per lo storico Giorgio Spini, primo ufficiale alleato ad entrare nella Firenze liberata e “co-salvatore” di molti dei tesori degli Uffizi dalle brame dei tedeschi in fuga. A lui ha deciso di intitolare una strada il consiglio comunale di Fiesole, all’unanimità. Speriamo che anche Firenze la segua.

Infine come dimenticare la polemica sulla strada da intitolare a Oriana Fallaci? Una vicenda che ha perso ogni valore circa la qualità della giornalista ed è finita nell’ennesima e banale battaglia fra destra e sinistra. A lei che banale di certo non era non avrebbe fatto piacere, così come non avrebbe apprezzato l’averla messa in contrapposizione con un altro grande del giornalismo Tiziano Terzani che invece la sua via a Novoli ce l’ha. Forse, e lo dico facendo anche autocritica, sarebbe ora che si rendesse omaggio alla Fallaci, a tutta la vita di questa grande donna, superando idioti steccati. Magari in una strada accanto a Via Monicelli.