Solo l’uomo uccide i suoi cuccioli

Dal Nuovo Corriere di Firenze del 22 marzo 2012.

Se le notizie che arrivano da Tolosa mentre scrivo saranno confermate pare che la strage compiuta di fronte a una scuola di quella città sia opera di un fanatico jihadista per vendicare i bambini palestinesi. Una disumana legge del taglione che mostra quanto l’uomo differisca (in peggio) dalle bestie a cui millenni di antropologia ci fanno appoggiare per narrare il male che ci circonda, dal Minotauro a Cappuccetto Rosso.

I naturalisti ci spiegano infatti che il senso di naturale affetto che ci viene guardando un cucciolo di quasi tutte le specie animali è un prodotto della selezione naturale per garantire la continuità della specie e la sopravvivenza dei piccoli in situazioni di pericolo.

L’uomo (quasi mai la bestia) in nome del proprio delirio e fanatismo rompe anche questa regola della natura, riuscendo ad uccidere i suoi cuccioli, indifesi per natura e lo fa, in questo caso, per una supposta vendetta nei confronti di altri bambini e per di più in nome di una divinità che dovrebbe aiutarci ad affrontare la nostra esperienza terrestre in vista della morte e di quello che potrebbe esserci dopo.

Il fanatico in questo caso fa poi coincidere, come tanta parte di noi purtroppo, uno Stato, certo fortemente radicato di religiosità e fede, con una religione e una comunità di fedeli, vedendo in ogni ebreo la continuazione di Israele inteso come le scelte di uno Stato sovrano.

E’ questa identità che muove razzismi più o meno inconsapevoli, e che certo trova un qualche fondamento nello Stato e nelle isitituzioni israeliane; che pesa ormai sulle discussioni e sul nostro atteggiamento nei riguardi della fede ebraica. Non voglio certo dire che è lo stesso meccanismo che muove la mano del fanatico, non si provi nessuno nemmeno a pensarlo; ma è un meccanismo che ci crea imbarazzo, ci mette di fronte a tragedie come queste con un carico emotivo diverso. Non è un caso che la prima reazione sia quella di cercare nel neonazismo il colpevole, è un modo per trovare un nemico talmente grande (e su cui abbiamo tanto senso di colpa come europei) che, da solo, ci impedisce di pensare a ebrei uguale israeliani. Finché non supereremo la dicotomia ebrei o come vittime del nazismo ovvero come israeliani qualunque discorso pubblico sull’ebraismo e persino sulla politica israeliana (fosse anche per criticarla fortemente) sarà monco e distorto.

Tripoli e la verità su Bologna e Ustica

Dal Nuovo Corriere di Firenze del 25 agosto 2011

In un estate di crisi, manovre e guerra in Libia è passata senza molto clamore la notizia che la Procura di Bologna ha aperto un’indagine contro due terroristi tedeschi in passato affiliati al gruppo terroristico di Ilich Ramirez Sanchez più noto come Carlos o lo sciacallo.

L’indagine segue la cosiddetta pista palestinese per l’attentato del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. La strage più efferata che il nostro Paese abbia mai subito. Ora per tale strage la giustizia italiana ha già giudicato colpevoli tre terroristi neofascisti uno, Ciavardini, come esecutore materiale e i restanti due Mambro e Fioravanti come secondo livello della strage a cui, dicono i giudici, era sovraordinato un terzo e forse persino un quarto livello strategico dei cosiddetti mandanti. Mandanti i quali risultano tuttora sconosciuti.

La tesi passata in giudicato è quella della strage fascista, volta a proseguire la strategia della tensione e una svolta autoritaria del Paese, con connivenze in settori deviati dello Stato e dei cosiddetti poteri forti.

Una tesi che però, anche nello stesso percorso processuale, ha presentato molte ombre e che non ha mai chiarito né chi fossero  i mandanti (su questo l’indagine è ancora in corso), né come i tre operarono quel maledetto 2 agosto (Mambro e Fioravanti non erano a Bologna e Ciavardini all’epoca era poco più che un ragazzino minorenne). I tre poi si sono sempre detti innocenti mentre hanno confessato ogni altro delitto (e purtroppo sono molti) commesso; il che naturalmente non prova niente ma insieme agli altri elementi monta il dubbio.

Tesi da complottisti si è risposto. Sinora, perché l’apertura dell’inchiesta Bolognese ridà corpo alla pista straniera, che vede Bologna (e poco dopo Ustica) come tragico crocevia tra OLP, libici, israeliani e americani.  Una tesi evocata da più parti, compreso Francesco Cossiga e lo stesso Carlos che in un’intervista del 2008 parlò anche della strage di Bologna in questi termini.

La presenza poi di uno dei due tedeschi a Bologna era emersa dai lavori della Commissione parlamentare Mitrokhin attiva dal 2002 al 2006. Come mai si sia aspettato sino al 2011 per le indagini della procura appare di difficile spiegazione.

Oggi tuttavia proprio gli avvenimenti libici potrebbero segnare un punto di svolta, con l’apertura degli archivi del regime o l’eventuale processo ai leader dello stesso regime.

La fantasia al potere dimentica il Diritto e gli ultimi.

5parigi_maggio_68

L’intervista a Daniel Cohn-Bendit (che trovate qui) sul caso Battisti è imbarazzante. E’ imbarazzante e indecorosa. Non perchè difenda Battisti  ma per le motivazioni che adduce.

In sostanza Cohn Bendit dice che Battisti non dovrebbe essere estradato nel nostro Paese perchè è stato processato in contumacia, il diritto italiano non è quindi garantista come quello di altri Paesi europei e perchè la situazione delle carceri italiane è deteriorata.

Che sono poi i “presupposti” che per anni hanno dato una parvenza di legittimità alla cosiddetta Dottrina Mitterand, quella regola non scritta per cui la Francia ha violato per anni tutti i trattati europei sulla giustizia e l’estradizione garantendo “asilo” a chi si era macchiato di reati ,anche di sangue, per “motivazioni politiche” in altri Paesi a patto però che non colpissero interessi o cittadini Francesi.

Ora Cohn-Bendit dovrebbe sapere che proprio  la Francia, con ben due sentenze (proprio sul caso Battisti) ha dichiarato inconsistente la Dottrina Mitterrand (espressa dal Presidente a un convegno della Lega per i Diritti dell’Uomo e mai codificata in alcun modo) sul piano giuridico e demolendo le presunte argomentazioni. Infatti sia la Corte di Cassazione di Parigi che il Consiglio di Stato hanno affermato che non sta ai giudici francesi censurare o giudicare la magistratura italiana e che l’ordinamento giudiziario italiano è analogo, in quanto a garanzie, a quello francese.

Anche la questione della contumacia, dovrebbe sapere M. Cohn-Bendit, è stata affrontata in Francia e non in Italia, tanto da dover essere cambiata la normativa in materia proprio su richiesta del Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo che ha ravvisato nella procedura francese (che non permetteva all’imputato contumace di avvalersi di un legale) un minus di garanzie.

Questo sul piano formale. Ma su quello sostanziale? Battisti non è stato processato in contumacia perchè impegnato e il tribunale non gli ha riconosciuto un legittimo impedimento. Egli si è reso irreperibile alla giustizia. Anzi una prima volta è evaso da un carcere italiano e poi è scappato dalla Francia al momento in cui il tribunale di Parigi (che Cohn Bendit pare rispettare a differenza di quelli italiani) ha concesso l’estradizione in Italia.

Si potrebbe anche discutere molto sulla natura “politica” dei reati contestati al Battisti ma non è questione la più importante. Quello che conta (e che dovrebbe contare anche per l’onorevole Cohn-Bendit) è che un tribunale della Repubblica Italiana, Paese membro dell’Unione Europea, ha riconosciuto colpevole Battisti per 4 (quattro) omicidi.

Che sconti la pena che lo aspetta. Che la sconti nei modi e nelle forme previste dalla Repubblica Italiana. Poco m’importa che sia cambiato fuori dal carcere. Avrà gli strumenti per dimostrare il ravvedimento nel sistema penitenziario italiano. E se gli saranno negati sarò io tra i primi a lottare per i suoi diritti.

Infine sullo stato delle carceri italiane. Certo il problema c’è ed è urgentissimo e drammatico. Per questo chiedo a Cohn-Bendit di manifestare per la morte di Stefano Cucchi, del ragazzo morto a Sollicciano e di quel poveraccio che si è suicidato ieri perchè non gli avevano ancora comunicato che doveva essere scarcerato.

Trovi un po’ di quella Fantasia che nel ’68 voleva al potere M. Cohn-Bendit e lotti per questi e tutti i poveracci che stanno in carcere in attesa di giudizio, in condizioni disumane. Lotti per gli ultimi e non per i suoi amichetti.